Gli zuccheri nella nostra alimentazione non dovrebbero superare il 10% delle calorie totali
Ma ha senso sostituire lo zucchero da tavola con dolcificanti?
Vediamo cosa dicono alcuni studi:
- aspartame, acesulfame K e sucralosio: in uno studio osservazionale pubblicato sul British Medical Journal l’aspartame è risultato correlato a un aumentato rischio di eventi cerebrovascolari, mentre l'acesulfame K e il sucralosio a un maggior rischio di malattia coronarica; le persone che consumavano tali prodotti seguivano però anche una dieta di peggior qualità nutrizionale (fattori confondenti!)
- un altro studio su sucralosio VS saccarosio (zucchero comune) ha dimostrato una maggiore attività nelle regioni del cervello correlate al craving, ovvero al desiderio irrefrenabile di cibo, e all’appetito e valori più bassi di ormoni della sazietà nei soggetti con obesità dopo consumo di alimenti contenenti sucralosio (mentre ciò non avveniva con consumo di zucchero comune).
- stevia ed eritritolo: entrambi privi di calorie e altamente dolcificanti, il primo migliora la risposta infiammatoria, le alterazioni lipidemiche, la fibrosi miocardica e la funzionalità renale nei pazienti con alterata tolleranza glucidica o diabete mellito; il secondo non ha dimostrato alcun effetto su glucosio e insulina mentre si è visto essere correlato al rilascio di ormoni della sazietà, influenzando così la regolazione dell'appetito.
Tuttavia va precisato che:
1) la cosa migliore sarebbe comunque quella di disabituarci al consumo continuo di sapori dolci: in questo modo ne cercheremo sempre meno e dal sapore meno intenso.
2) quello che conta è lo stile di vita e un'alimentazione sana in generale: se mangiamo male non sarà il consumo di stevia a migliorare la nostra salute, così come se mangiamo bene e facciamo attività fisica, non sarà una bustina di zucchero consumata occasionalmente a creare problemi.
Come sempre: la verità sta nel mezzo ed è la dose che fa il veleno!